Incentivi per le auto elettriche finiti?

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Il nostro affezionato lettore Franco Fellicò, ci scrive nuovamente per esporre il suo pensiero. Oggi lo fa ponendo l’accento sulla fine degli incentivi per le auto elettriche e sull’aumento del costo dell’energia elettrica.

Come al solito il suo intervento è preciso e puntuale e credo che rappresenti il pensiero di tanti italiani che vorrebbero passare alla mobilità elettrica, ma sono stati frenati da tutto ciò… Buona lettura!

Sono per l’elettrico ma…

E’ da tanti anni che aspettavo la trazione elettrica e finalmente ci eravamo giunti; e perciò avevo subito iniziato a valutare l’acquisto della mia prima vettura elettrica.

Dopo aver avuto varie decine di vetture termiche alimentate a benzina, a gas liquido e infine diesel, ero ormai deciso: potevo passare finalmente all’elettrico, grazie agli incentivi per le auto elettriche.

Attualmente sono possessore di una vecchia Mercedes Classe A del 2007 e di una magnifica Mercedes GLK del 2013.

La Classe A (solo poco più di 70.000 Km) è stata usata pochissimo per gli anni che ha, essendo una seconda macchina che in più negli ultimi anni era rimasta parcheggiata a Gaeta dove avevo una seconda abitazione e che veniva quindi usata solo nei pochi casi in cui andavo a passare qualche tempo lì.

Tanti tipi di auto elettriche

Ho così cominciato a esaminare le tante offerte di BEV disponibili (ormai ce ne sono veramente tante) e ho provato sia le grandi che le piccole. Ero ancora infatti in dubbio se  fare la prima esperienza con una vettura piccola (seconda macchina) da usare in città o poco più o se invece puntare su un bel SUV che potesse sostituire egregiamente la mia attuale GLK.

In entrambi i casi avrei approfittato degli incentivi per le auto elettriche per rottamare la Classe A rimanendo nel primo caso con la GLK per i grandi viaggi e con la piccola BEV per la città o i piccoli spostamenti, mentre nel secondo caso avrei sempre rottamato la Classe A e avrei venduto privatamente la GLK rimanendo solo con un SUV elettrico da usarsi sia per la città che per i viaggi.

Trazione elettrica, benefici

Avevo sempre visto la trazione elettrica come il modo più corretto per muoversi. Pur rispettando e apprezzando le belle qualità dei motori moderni termici ero infatti conscio dello spreco energetico di quei motori, della loro complessità e dell’inquinamento ambientale da essi prodotto, nonostante i tanti accorgimenti tecnologici realizzati per limitarli.

E poi mi piaceva lo scatto, la silenziosità e la semplicità dei nuovi propulsori e quindi avevo proprio deciso. C’era un solo problema che mi frenava ed erano i pochi kilowatt disponibili del mio contatore (i soliti 3 kW) e l’impossibilità di poter avere SENZA SPESE AGGIUNTIVE e senza un aumento dei costi dei consumi una diponibilità maggiore.

Fine degli incentivi e aumento della bolletta elettrica

Come chi mi legge avrà notato, ho parlato finora all’imperfetto, perché oggi l’accesso all’elettrico è stato FORTEMENTE frenato, sia per l’assenza degli incentivi (unico Paese al mondo) sia per il forte aumento dell’energia elettrica.

Dover acquistare un’auto BEV oggi, significa non solo  sborsare una cifra qualche volta anche doppia rispetto a quella di un’analoga vettura termica, ma anche non poter beneficiare di costi di gestione bassi, perché con gli aumenti previsti nel 2022, il costo dell’energia elettrica dovrebbe arrivare mediamente a circa 0,46 €/kWh tasse incluse (ad oggi, 06 Gennaio 2022, il costo del kWh ammonta a 0,293 €/kWh, il costo si riferisce alla tariffa regolata da ARERA nel mercato tutelato), rendendo i costi derivanti dal consumo più alti e non molto distanti da quelli di alcune tipologie di vetture con motore endotermico.

Purtroppo quindi è quasi certo che cambierò idea e mi terrò la mia GLK che ha solo 145.000 Km e che ne potrà fare moltissimi altri; oppure se dovessi decidere di acquistare una vettura più moderna, penso che ritornerò ad acquistare una DIESEL, che tra tutte le termiche rimane la più virtuosa.

Conclusioni

La conclusione di questo scritto è che a causa di una programmazione sbagliata e della mancanza di interventi corretti, la transizione verso la mobilità elettrica, almeno in Italia, finirà per rimanere un esercizio di tutte le case automobilistiche che sarà solo servito a dimostrare come POTREBBE essere diverso il mondo dei trasporti.

Di questo passo infatti ci vorranno molti anni ancora per riuscire a convincere gli automobilisti a cambiare rotta e, visto che il Governo malgrado fosse stato dotato di un apposito Ministero non è stato capace di intervenire opportunamente. La speranza che la transizione avvenga si potrà avere solo quando saranno i progettisti a realizzare vetture meno costose e anche meno fameliche di elettricità visto che questa energia è diventata ormai un bene costosissimo.

E poiché non mi piace criticare senza dimostrare che si poteva fare di meglio dirò che gli incentivi che sono esistiti in parte del 2021 erano in qualche caso anche esagerati e che si poteva fare di meglio magari portando l’IVA delle vetture elettriche ad esempio al 4% (il Governo avrebbe solo introitato un po’ di meno del solito, ma avrebbe spinto sia all’acquisto di vetture piccole che grandi, accontentando sia i ricchi che i poveri).

Poi si sarebbe dovuto far aumentare d’ufficio tutti gli attuali contratti con potenza di 3 kW portandoli almeno a 6 kW, mettendo così in condizione TUTTI I CITTADINI di poter ricaricare le vetture a casa propria.

Lo Stato ha ritenuto necessario continuare ad introitare  il 22% per ogni acquisto di BEV (beneficiando ulteriormente per il fatto che i loro costo è altissimo) e non ha capito che così facendo non solo i cittadini non abboccheranno alla manovra, ma torneranno alle vetture termiche che costano meno; il risultato sarà più inquinamento e nessun guadagno sull’IVA percepita dallo Stato, visto che difficilmente si acquisteranno vetture costose.

E tutto questo risulta anche profondamente ingiusto al confronto con un superbonus del 110% che continua a regalare soldi a chi si fa ricostruire completamente gratis le abitazioni!

E’ vero che l’edilizia aveva bisogno di ossigeno, ma anche il mercato dell’auto, che rappresenta una grande porzione di PIL nazionale.

Un ringraziamento a Cingolani o a CingolENI come qualcuno ha cominciato a chiamarlo!

Franco Fellicò